Dopo un periodo decisamente stressante, nel quale mi sono laureata, eccomi finalmente tornata. Sono rimasta un po’ indietro con le recensioni, quindi nelle prossime settimane recupererò. Nonostante gli impegni, non ho mai smesso di leggere. La lettura è sempre un conforto.
Uno dei libri che ho letto in questo periodo è Rose Leblanc di Georgiana Fullerton, romanzo pubblicato dalla casa editrice flower-ed , tradotto dal bravissimo Riccardo Mainetti.
La copertina è davvero splendida, come del resto ogni copertina della flower-ed!
Partiamo dall’autrice. Non la conoscevo prima di questa pubblicazione, quindi la lettura di questo libro è stata doppiamente interessante e istruttiva.
Georgiana Charlotte Leveson Gower, meglio conosciuta come Lady Georgiana Fullerton, nacque a Tixall Hall, nello Staffordshire, il 23 settembre 1812. Era la figlia minore di Lord Granville Leveson Gower, ambasciatore inglese dapprima in Russia e poi in Francia, e Lady Harriet Elizabeth Cavendish. Georgiana fu una scrittrice, biografa e filantropa dall’animo semplice e umile e fu una delle prime romanziere cattoliche a scrivere nell’Inghilterra del XIX secolo.
Il suo obiettivo era quello di riesaminare il proprio passato alla luce della conversione al Cattolicesimo.
Nel 1833, Georgiana sposò Alexander George Fullerton ed ebbero un figlio, William Granville.
L’ambasciata francese era la loro casa. Se ne allontanarono spesso per viaggiare, ma lasciarono definitivamente Parigi solo nel 1841. Nei loro viaggi visitarono soprattutto l’Italia. Dapprima Genova, dove frequentarono la buona società, e Torino, dove Georgiana ricevette un regalo speciale: Introduction to a Devout Life di San Francesco di Sales, il suo primo libro cattolico.
Georgiana aveva un animo buono e gentile ed era interessata ai poveri.
I coniugi vissero per alcuni anni a Roma, e proprio lì il marito decise in gran segreto di convertirsi al Cattolicesimo. Lady Georgiana in seguito decise di seguirne le orme, ricevendo il battesimo.
La sua carriera di scrittrice ebbe inizio nel 1844, con la pubblicazione in tre volumi di Ellen Middleton. Il successo che il romanzo ebbe superò ogni aspettativa, sia da parte dell’autrice che dei suoi amici.
I momenti felici con la famiglia, i soggiorni romani, le opere di carità erano la sua quotidianità. Poi un tragico evento segnò le vite dei coniugi: la morte del loro unico figlio, a soli ventuno anni. Dopo quella perdita, Georgiana si dedicò interamente alle opere di filantropia e beneficenza. Morì il 19 gennaio 1885 a Bournemouth.

Rose Leblanc venne pubblicato nel 1861. Si tratta di un romanzo a tema religioso veramente molto poetico.
L’eroina della storia è Rose Leblanc, una giovane fruttivendola del mercato di Pau, città del sud-ovest della Francia. Rose è amata e corteggiata da tutti, perché è bella, spiritosa e brillante. Non vi nascondo che, procedendo con la lettura del romanzo, non ho potuto fare a meno di identificare Rose con la mia nonna materna, Maria, scomparsa nel 2005, per via dei loro caratteri simili. Leggendo di Rose, mi è sembrato di rivederla davanti a me.
Rose è destinata a un matrimonio economicamente vantaggioso con suo cugino Henri, con il quale è cresciuta, ma lei è in realtà innamorata del povero poeta André Vidal.
Oltre a Rose incontreremo altri personaggi altrettanto interessanti. Io ho adorato, per esempio, il personaggio di Alice, una giovane nobile dall’animo buono e caritatevole, la cui storia si intreccerà inevitabilmente a quella di Rose.
I colpi di scena e i drammi di susseguiranno freneticamente, fino al finale, veramente inaspettato. Cosa succederà a Rose e agli altri personaggi? Riusciranno a trovare la loro strada e la loro felicità? Perché ognuno di noi ha la propria idea di felicità e ciò che per una persona rappresenta il paradiso per un altro può essere l’inferno.
Un romanzo potente, coinvolgente, straordinariamente profondo che si legge tutto d’un fiato. Vista l’importanza che la scrittrice nutriva per la religione, è normale che il libro sia intriso di essa e che funga da guida nelle scelte dei protagonisti. La cosa che più mi ha colpito nel libro sono proprio i buoni valori, i bei sentimenti e la carità cristiana che pervadono la storia e in particolare Alice.
Un testo indimenticabile e romantico, ricco fra l’altro di rimandi a opere di grandi autori del passato.
Suggestive anche le descrizioni della Roma dell’Ottocento. Se si chiudono gli occhi e si leggono quelle parole, sembra quasi di essere lì…
Un’acuta percezione delle bellezze della natura e dell’arte si mescolava con i sentimenti religiosi e donava un fascino particolare alle varie e quotidianamente ricorrenti pratiche devozionali, che sembravano scaturire da ogni oggetto sul quale lo sguardo si posava in quella strana città nella quale memoria e fede portavano continuamente i ricordi del passato e i progetti del futuro per sopportare il presente …
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